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Partiamo con la Sbronzomobil, così definita per la sua bislacca personalità, ma soprattutto per la sua passione per il bere! Fra le amene caratteristiche di Sbronzoci sono anche quelle di chiudere tutte le sicure dopo 20 metri di strada e di non permettere al passeggero di scendere per nessun motivo se prima non è sceso l'autista.
La Sbronzomobil è stata addobbata con le bandierine che mi ha portato Topolotto dal Nepal ed è l'invidia ti tutti i furgoncini frikkettoni. -
La mappa del percorso con numerate le hut in cui abbiamo dormito.
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Inizia il D'Urville Circuit!
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Siamo a metà dicembre, l'estate sta raggiungendo le montagne, questa felce rende bene il cambio di stagione con il suo cambio di abito.
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Camminiamo fra immense faggete con foglie piccolissime.
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Gli alberi diventano più esili e contorti quando si sale di quota.
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Il tutto rivestito da splendidi licheni.
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La foresta è completamente intatta, tutto quello che viene fatto è attaccare agli alberi dei segnalini del percorso (lo vedete sul tronco sopra la testa di Sylvia?) e, quando un albero cade, viene tagliato via il pezzo che sta sul percorso :-)
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Vabbè, però quando ci sono i fiumi si trovano dei bellissimi ponti sospesi!
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La prima sera dormiamo al Sabine Hut, sul Lago Rotorato... Rototroto... Rotirato... Rotorota... Vabbè, Roto...qualcosa, guardatelo sulla mappetta all'inizio come si chiama se proprio ci tenete.
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A volte i ranger creano passaggi davvero artistici :-)
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Arriviamo al D'Urville River. Uno dei motivi per cui questo circuit è descritto dai ranger come il più remote del parco è che il D'Urville è il fiume più grande di tutti... E qui non c'è nessun ponte!
Bisogna trovare da soli il punto con l'acqua meno profonda per poter guadare. Vari cartelli avvertono che essere portati via dalla corrente potrebbe essere quanto mai sgradevole! -
Ovviamente il punto meno profondo è anche il più largo... E l'acqua è bella fresca!!
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Sylvia inizia il guado. Al centro l'acqua arrivava a metà gambe e la corrente era forte, abbiamo fatto il guado tenendoci reciprocamente.
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Il sentiero prosegue seguendo il fiume, a volte su alti argini nella foresta...
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...A volte su rive erbose. I paesaggi sono splendidi.
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Alla fine, in questa amena vallata, appare Morgan Hut (la vedete, fra gli alberi?). Sarà la hut più bella di tutto il viaggio e ci siamo solo noi: è come avere una casa in montagna! :-)
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Zorro verso la hut, ancora nascosta fra gli alberi.
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Morgan Hut
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Morgan Hut, Sylvia apparecchia per la cena.
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Il giorno dopo il trekking riprende lungo e sponde del D'Urville River.
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I Zelandi sono zelanti e ti avvertono che il sentiero lungo il D'Urville River è classificato come Tramping track, il che tradotto vuol dire niente più ponti, tutti gli affluenti vanno guadati. Ma noi abbiamo le mitiche finte-Crock cinesi, con cui possiamo affrontare ogni acquatica difficoltà!
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Si cammina fra i faggi.
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Io e Sylvia pranziamo al George Lyon's Hut.
Questa hut è commemorativa del signor Lyon e viene tenuta così come appariva negli anni '70 quando fu costruita (notate la stufa di ghisa a destra). Vale la pena di accennare la storia di George Lyon raccontata nei pannelli della hut...
Negli anni '50 George Lyon si trasferisce da queste parti con una barchetta ed inizia a portare la gente a spasso nel lago, nel frattempo lotta per fare diventare il posto parco nazionale. Ci riesce nel 1956 e ne viene anche nominato direttore... Ma ne viene anche nominato ranger e addetto... In pratica per 8 anni sarà l'unico responsabile e l'unico addetto di un parco grande come il Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga :-)
Il pannello continua dicendo che ne era così entusiasta che spesso si univa ai trekking dei pochi visitatori dell'epoca. Rimarrà direttore del parco fino alla pensione. -
il D'Urville River diventa più torrentizio. Stiamo facendo una tappa davvero cazzuta oggi: 15 Km con 1200 metri di salita e 600 di discesa, attraversando il Moss Pass che ci porterà a Blue Lake.
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Zorro on the rocks.
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Il bosco lascia il posto alla vegetazione d'alta montagna.
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Ecco davanti a noi il Moss Pass, ce l'abbiamo quasi fatta (poi tocca scendere!).
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La D'Urville Valley vista dal passo.
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La discesa è molto stile lemming. I ranger classificano questo percorso non più come Tramping track, bensì come Route, che tradotto vuol dire che di fatto non è che ci sia proprio un sentiero... ma si può fare.
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Come prodi lemming ci lanciamo giù per la discesa.
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Discesa nella Sabine Valley.
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Compare il Bule Lake!
Dopo la parte rocciosa arriva una distesa di erba molto lunga. Ci farò la scivolata involontaria più lunga della mia vita: circa una settantina di metri prima di riuscire a fermarmi... Ma fortunatamente l'erba è morbida :-) -
Arriviamo alla hut che siamo un po' stanchi...
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La mattina intorno al Blue Lake, merita qualche foto...
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Un incredibile spettacolo di colori
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Il Blue Lake
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Il Blue Lake è... Blu!
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Il Blue Lake
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Iniziamo la nostra interminabile tappa di oggi: 23 Km fino a tornare al Sabine Hut, seguendo la Sabine Valley in leggera discesa: un ottimo sentiero, ma tanto luuuuungo!
La valle comincia qui, come emissario del Blue lake. -
Sylvia fotografa me che fotografo il fiume.
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Quando siamo stati qui con il Macaco era estate più inoltrata e di acqua ce n'era molta meno.
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Una cascata
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Fra sentiero e fiume a volte la differenza non è così marcata.
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Zorro nella foresta magica con i muschi illuminati dal Sole.
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A metà strada c'era un ponte che portava al West Sabine Hut, dove dormimmo con il Macaco l'anno passato... Non c'è più.
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Due bizzarri tizi dall'Alaska, marito e moglie, con un abbigliamento a metà fra il cowboy e l'ultratecnologico, hanno trovato un albero con cui sostituire il ponte caduto.
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Ogni tanto mi fermo a scrivere idee per rinnovare Vagabondo, la nuova versione del sito uscirà fra poche settimane!
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Le rapide.
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Abbiamo potuto constatare in maniera inconfutabile che in Nuova Zelanda i chilometri sono più lunghi che da noi. Ma alla fine ce la facciamo a coprire questi interminabili 23 e crolliamo sui letti del Sabine Hut.
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Dopo due giorni cazzutissimi decidiamo di prendercene uno di relax: solo 10 Km da lago allo Speargrass Hut. La foresta è molto bella.
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Nelle zone paludose gli alberi sono coperti di barbe di licheni.
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Si alterna a tratti paludosissimi su cui sono stati costruiti provvidenziali passerelle (qui fanno la loro ricomparsa anche i ponticelli, siamo su un Easy tramping track).
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Passiamo la notte allo Speargrass Hut, dove ci raggiungerà il cowboy ultrateconologico con la moglie: hanno tutta roba ultra-light per un totale di 6 o 7 chili e la sera si guardano un film sul iPad :-)
Domattina in 3 ore raggiungeremo la Sbronzomobil e partiremo per una regione completamente diversa con alberi fioriti, palme e felci arboree: i canyon e le foreste pluviali della West Coast!
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