Tavolara e Grotta Donini con Scott
Dopo aver inaspettatamente superato illeso una scalata fra i picchi di granito vicino a San Pantaleo, vado a prendere Scott all'areoporto ed inizia il secondo ciclo di avventure.
La prima tappa consiste nel raggiungere in kayak l'isola di Tavolara e scalarne la vetta seguendo una bellissima ferrata! Pochisimi conoscono la Ferrata di Tavolara, ma è veramente bella, un'avventura da non perdere!
La seconda tappa è di nuovo la Grotta Donini e non vedo l'ora di mostrare a Scott l'inspiegabile schiuma. Questa volta mi porterò anche la macchina fotografica figa, per immortalare il fenomeno come si deve!
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La mattina accompagno Rossano all'aeroporto e si conclude così la prima parte dell'avventura in Sardegna. Scott arriverà stasera: cosa fare durante questa giornata?
Mentre guido verso Olbia compare in lontananza questa maestosa montagna di granito! -
Così, lasciato Rossano, non resisto e mi lancio nella scalata!
...Solo che molti passaggi sono difficili e non so se riuscirò a percorrerli in discesa, quando dovrò tornare indietro. -
Anche Conillo si cimenta con passaggi molto impegnativi.
Non essendoci altri amici con noi, mi trovo a fare lunghe chiacchierate con Conillo. Siamo un po' preoccupati: se in cima non ci imbatteremo in un qualche sentiero... Beh, la discesa sarà davvero tosta! -
Ma arrivati proprio in cresta compaiono dei punti rossi: abbiamo il sentiero per tornare!
Questi monti, comunque, sono sicuramente un posto in cui bisognerà portare Scott!
Ma cosa sta guardando Conillo? -
...Sta guardando l'Isola di Tavolara, la nostra meta di domani, che compare all'orizzonte incorniciata fra bizzarre formazioni di granito scolpite dal vento.
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Alle 21 siamo all'aeroporto a prendere Scott. La mia macchina non vedeva l'ora di aggiungere ai due kayak sul tetto anche una bici da montagna nel bagagliaio! :-)
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Dormiamo in spiaggia: questa è l'alba prima che sorga il sole, nella costa di fronte all'Isola di Tavolara.
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E questo è esattamente lo stesso posto (sono ancora dentro al sacco a pelo), esattamente 3 minuti dopo, con il sole che fa capolino e tinge tutto di arancio.
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I cosiddetti Gigli di Mare, che in realtà non sono gigli: è un parente dell'Amarillis e si chiama Pancratium Maritimum.
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Preparo i kayak per la partenza. Ma dov'è Scott? Lo sono andato a prendere 4 foto fa e ancora non lo si vede in giro!
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Scott sta in video-conferenza con l'Australia: riunione di lavoro!
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Partiamo e ci fermiamo al relitto. E' affondato molto di più rispetto a ciò che avevamo visto nel giro in kayak del 2015.
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Traversato il braccio di mare, sbarchiamo a Tavolara, tiriamo in secca i kayak e partiamo lungo un sentiero poco visibile alla volta della Via Ferrata di Tavolara.
Lo so: a volte mi scordo di fare foto di collegamento e finisco a raccontarvi dell'arrivo in kayak nella didascalia di una foto di montagna, ma che ci volete fare... capita! -
Ed eccoci qui: sulla Ferrata di Tavolara!
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In perfetto stile sardo, la ferrata si giova delle Iscale Fustes: tronchi di ginepro legati alla roccia secondo una tradizione che perdura sin dall'epoca dei nuraghe.
Notate non solo il ginepro su cui ho i piedi, ma anche quello verticale che mi aspetta poco più avanti. :-) -
Iscale Fustes viste più da vicino.
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Scott in salita: guardate che colore il mare sotto di noi!!
La verticalità di quest'isola è incredibile. -
In alto a sinistra si vede il promontorio verde dove avevamo passato la notte. Al centro, dove ci sono le barche, c'è la spiaggia su cui abbiamo lasciato i kayak. A destra... Beh, a destra c'è la parete che stiamo salendo, ma questo forse lo avevate intuito!
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Sembra altissimo, ma siamo ancora a metà strada!
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Ed eccoci infine sulla vetta di Tavolara!
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Scott scatta questa foto che mostra lo sviluppo dell'isola verso est.
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Conillo trova delle piante magiche che ballano al vento.
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Pronti per una bellissima discesa lungo l'altro versante dell'Isola.
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Scendiamo, riprendiamo i kayak, torniamo in Sardegna, li carichiamo sulla macchina, pariamo, arriviamo a Dorgali, ci mangiamo un pizza... E la mattina ci svegliamo qui.
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La giusta attrezzatura tecnica fa la differenza quando ci si lancia in un'avventura! Ed in grotta la sopravvivenza dipende prima di tutto dall'affidabilità della fonte di luce: per questo motivo abbiamo deciso di puntare su una torcia comprata su una bancarella per pochi euro, che fra l'altro non è neanche nostra!
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Ingresso della Grotta Donini.
Questa volta mi sono portato la macchina fotografica professionale imballata in una sacca stagna: voglio fare delle foto come si deve alla schiuma in grotta che pochi giorni fa, quando siamo venuti con Rossano, ricopriva tutto. -
Fare le foto con questa macchinetta è tutta un'altra cosa... Peccato che della schiuma non ci sia più nemmeno la traccia! :-(
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La Grotta Donini... Senza schiuma!
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Lungo il percorso.
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Almeno la fotocamera nuova mi permette di fare delle foto come si deve al laghetto finale...
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...Che è un luogo davvero suggestivo!
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Scott che emerge dal laghetto. Ora manca solo...
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...Manca solo la calata di 63 metri con cui si conclude l'avventura alla Grotta Donini.
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Il seguito della calata da 63 metri.
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La zona di uscita vista da lontano: la Grotta Donini finisce nello spacco di roccia al centro, subito a destra delle rocce a strisce. La grotta nera che si vede a sinistra, invece, è l'uscita della Codula Orbisi.
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Lungo la via del ritorno: nel pomeriggio le mucche si incontrano qui per chiacchierare.
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Prima di abbandonare questa vallata, facciamo un salto a Sa Pischina: si tratta di un laghetto racchiuso in un impressionante anfiteatro roccioso, talmente maestoso che si fatica a comprenderne le dimensioni (questa immagine è l'unione di 3 foto).
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Il tetto roccioso sopra di noi: le piante che vedete sono alberi secolari.
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Scott è talmente impressionato da questo scenario...
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...Che si tuffa nel laghetto.
Si, l'acqua è freddissima, ma Scott meno di una settimana fa stava in Islanda, quindi a lui sembra calda! -
Quello che non vi ho ancora detto è che Conillo ha un nuovo amico: Scott sta viaggiando con Yoda! Lui e Conillo si faranno un sacco di selfie insieme!
Prosegui l'avventura....
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